SPAL, il Tribunale di Ferrara dichiara lo stato di liquidazione. Il calcio riparte con l’Ars et Labor in Eccellenza

È arrivata la conferma ufficiale: la SPAL, storica società calcistica ferrarese, è fallita. La decisione è stata emessa dal Tribunale di Ferrara a seguito dell’udienza tenutasi questa mattina alle 10:30, presieduta dalla giudice Anna Ghedini. La liquidazione giudiziale della SPAL Srl, guidata da Joe Tacopina e Marcello Follano (entrambi assenti in aula), sancisce la fine definitiva del percorso della vecchia gestione, già da tempo in gravissima crisi economica e sportiva.

Con la sentenza, si chiude dunque anche simbolicamente il capitolo calcistico della SPAL così come lo abbiamo conosciuto. La nuova realtà, nata con la fondazione della S.P.A.L. Società Polisportiva Ars et Labor, ripartirà dal campionato di Eccellenza Emilia-Romagna, tentando di ricostruire – con dignità e dal basso – l’identità di una tifoseria ferita ma ancora appassionata.

Il fallimento della SPAL non è giunto come un fulmine a ciel sereno: da settimane si vociferava della grave situazione debitoria e dell’impossibilità di trovare soluzioni in extremis. Il colpo di grazia è arrivato con l’accoglimento delle cinque istanze di liquidazione, tra cui anche quella presentata dal collegio sindacale della stessa società. Il curatore fallimentare incaricato è Aristide Pincelli, il quale avrà il compito di gestire la complessa fase liquidatoria.

Entro tre giorni, la società dovrà consegnare la documentazione contabile e fiscale completa, incluse le dichiarazioni dei redditi, l’IRAP, l’IVA e l’elenco dei creditori. Si parla attualmente di circa 70 creditori, tra cui figurano ex calciatori e dipendenti. I primi devono ancora ricevere tre mensilità arretrate per un totale di 1,2 milioni di euro, mentre i secondi vantano crediti per circa 170mila euro. Ma il quadro complessivo è ancora più pesante: il debito totale ammonterebbe a circa 10 milioni di euro, accumulati tra il 2022 e il 2024, principalmente per debiti fiscali e previdenziali.

In attesa dell’asta per il marchio
Uno degli aspetti più delicati riguarda il marchio “SPAL”, ancora molto amato e riconosciuto nel panorama calcistico italiano. Verrà messo all’asta, ma secondo le stime più ottimistiche non sarà possibile vederlo nuovamente su un campo da gioco prima della fine del 2026. Questo significa che la nuova Ars et Labor, almeno per le prime stagioni, dovrà continuare la propria rinascita senza potersi fregiare ufficialmente del nome e del logo che rappresentano oltre un secolo di storia sportiva.

Il futuro: il 2026 come orizzonte
Il prossimo passo nella procedura fallimentare è fissato per l’11 dicembre 2025, quando il Tribunale di Ferrara esaminerà lo stato passivo. Parallelamente, proseguiranno anche le indagini della Procura, che sta valutando eventuali responsabilità penali legate alla gestione societaria degli ultimi anni.

Nel frattempo, Ferrara si aggrappa alla speranza rappresentata dal nuovo progetto sportivo. Il fallimento della SPAL è una ferita profonda, ma anche l’occasione per ripartire dalle basi, con maggiore trasparenza e rispetto per i valori che lo sport dovrebbe incarnare.