Atletica, Europei di Roma: Sara Fantini medaglia d’oro nel lancio del martello. Tortu d’argento nei 200 metri

Sara Fantini vince la medaglia d’oro nel lancio del martello. Argento per la polacca Anita e Wlodarczyk e bronzo per la francese Rose Loga. Filippo Tortu d’argento nei 200 metri, dove ha corso anche e Fausto Desalu (quinto). Nella quarta serata c’è il quinto posto nella finale dei 400 metri per Luca Sito con un’altra prova di grande spessore. Alla quarta gara in quattro giorni, il 21enne milanese corre in un eccellente 45.04 all’indomani del magnifico record italiano in 44.75 ma anche dopo il 45.12 della batteria e l’argento nella 4×400 mista. L’azzurro parte forte e prova a giocarsi le proprie carte, poi paga lo sforzo negli ultimi metri, ma ormai è tra i migliori d’Europa. Strepitoso il belga Alexander Doom, già oro mondiale indoor in questa stagione, che trionfa in 44.15 ad appena otto centesimi dal record europeo davanti al britannico Charles Dobson sceso a 44.38, terzo l’olandese Liemarvin Bonevacia (44.88). Crono da favola anche tra le donne con la polacca Natalia Kaczmarek in 48.98, sesta di sempre a livello continentale (era da 28 anni che un’europea non correva in meno di 49 secondi) nel duello con l’irlandese Rhasidat Adeleke (49.07) e anche qui bronzo Olanda con Lieke Klaver (50.08). Nell’asta Elisa Molinarolo finisce sesta con 4,58 alla seconda prova, stessa misura superata al terzo tentativo da Roberta Bruni che è settima. Gara coraggiosa per Osama Zoghlami nei 3000 siepi, in fuga all’inizio prima di chiudere ottavo con 8:21.09 mentre Yassin Bouih arriva 14esimo (8:27.29).

 

400 uomini (finale) – “Luca, Luca, Luca”: lo stadio Olimpico acclama Luca Sito dopo la finale. Il neorecordman italiano è protagonista di una sfida per le medaglie, per la prima volta in carriera a livello individuale, affrontata con grande personalità e con un passaggio notevole a metà gara in 21.26. Dopo 300 metri il ventunenne del Cus Pro Patria Milano è ancora in testa, ma il rettilineo finale è terreno di caccia del belga Alexander Doom, campione del mondo in sala, oro in un 44.15 formidabile (record nazionale a otto centesimi dal primato d’Europa), e del britannico Charles Dobson, argento con il personale a 44.38. L’esperienza di Liemarvin Bonevacia porta l’olandese al bronzo a 44.88, l’altro belga Jonathan Sacoor è quarto (44.98), Sito quinto in un 45.04 comunque ancora vicinissimo a un “muro” che in Italia hanno abbattuto solo in due. “Gambe a pezzi, fatico a salire le scale – commenta Sito – forse sono passato un po’ forte, ma grazie al tifo sono arrivato fino in fondo. È un quinto posto che porterò con onore nella memoria. Era difficile dopo quattro 400 in quattro giorni correre forte, sono soddisfatto. Vedo molto bene la 4×400 maschile, puntiamo in alto. Questa per me è una grandissima stagione, grazie a tutto il mio team perché il record e la finale sono frutto di un lavoro di squadra”.

400 donne (finale) – Non ci sono azzurre, ma Roma celebra la più bella gara europea di questo secolo sul giro di pista. È un duello titanico sul rettilineo finale tra Natalia Kaczmarek e Rhasidat Adeleke: è la polacca a prevalere in uno strepitoso 48.98, sesto crono europeo di sempre, il migliore dal 1996 (dal 48.25 di Marie-José Pérec ad Atlanta) a oggi, ma è formidabile anche il 49.07 dell’irlandese. Finiscono lontane Lieke Klaver (Olanda) e la junior Lurdes Manuel (Repubblica Ceca), ma 50.08 e 50.52 sono due crono di valore. Applausi.

Asta donne (finale) – Due azzurre tra le prime otto nella finale europea. Elisa Molinarolo (Fiamme Oro) e Roberta Bruni (Carabinieri), dopo aver valicato 4,28 (con un errore iniziale per la reatina) e 4,43, superano 4,58 al secondo assalto (la veneta Elisa) e al terzo (Roberta) per il sesto e settimo posto. Si sale a 4,68, quota destinata a fare selezione: va a segno per prima l’esperta Katerina Stefanidi (Grecia), oro olimpico nel 2016, unica a riuscirci al primo tentativo; alla seconda prova ci riescono l’iridata indoor Molly Caudery (Gran Bretagna) e Angelica Moser (Svizzera). Roberta Bruni commette tre errori e chiude settima, mentre Elisa Molinarolo dopo due nulli si riserva un ultimo assalto a 4,73, misura che pareggerebbe il record italiano della compagna di squadra, ma senza successo. “Non sono lontana dalla medaglia, un po’ di rammarico c’è”, racconta Molinarolo, mentre Bruni esce soddisfatta per la combattività mostrata. Proprio 4,73 serve per salire sul podio: a vincere la partita a poker è la svizzera Moser che dopo un primo nullo a 4,73 si tiene due tentativi a 4,78 e con il primo piazza la misura che vale titolo d’Europa e record nazionale pareggiato; Stefanidi fa 4,73 alla prima ed è argento, Caudery ottiene la stessa quota alla seconda chance ed è bronzo.

3000 siepi uomini (finale) – Il coraggio di Osama Zoghlami infiamma l’Olimpico ma non paga. Il siciliano dell’Aeronautica, bronzo due anni fa, va in fuga dopo 600 metri: il suo ritmo è regolare, con passaggi da 2:47.7 ai 1000 e da 5:34.0 ai 2000, però l’azione non va in porto e l’ultimo giro vede lottare per le medaglie i francesi Alexis Miellet (personale a 8:14.01) e Djilali Bedrani (8:14.36), oro e argento, con i tedeschi Karl Bebendorf (8:14.41) e Frederik Ruppert (8:15.08) subito dietro. Zoghlami scivola in ottava posizione (8:21.09), Yassin Bouih (Fiamme Gialle) è 14esimo in 8:27.29.  “Sapevo che in volata non avrei avuto chance, Miellet ha 3:34.23 nei 1500 ed è molto più veloce di me allo sprint – analizza Osama – non vengo da un periodo facile, credo di aver fatto una bella gara”.

200 donne (semifinali) – Dalia Kaddari (Fiamme Oro) nella prima semifinale (+0.5) corre una buona curva ma la sua azione perde efficacia nei 60 metri finali e chiude quinta in 22.98. Alle spalle di Daryll Neita (Gran Bretagna, 22,51), la 23enne sarda è superata anche dall’olandese Tasa Jiya (22.70), dalla francese Hélène Parisot (al personale di 22.73) e dalla greca Polyniki Emmanouilidou (22.84). “Sono un po’ arrabbiata, era una finale alla mia portata”, racconta l’azzurra. Irene Siragusa (Esercito) come in batteria trova in sorte la corsia due: al traguardo è sesta con 23.17 (+0.2) “distribuendo meglio lo sforzo ma pagando il turno del mattino” per dirla con le sue parole, nella volata vinta dalla norvegese Henriette Jaeger con 22.71. La terza semifinale va alla campionessa europea in carica Mujinga Kambundji (Svizzera) con 22.52 (+0.1) davanti al record svedese pareggiato da Julia Henriksson (22.82). Ultimo crono di ripescaggio 22.84, Kaddari undicesima, Siragusa quindicesima: domani la finale (ore 22.53).

Decathlon (alto) – La condizione dei due azzurri non è al massimo, per gli infortuni più o meno recenti, ma sulla pedana dell’alto arrivano buone misure per il loro curriculum: 1,99 per Lorenzo Naidon, un bel 2,02 acciuffato alla prima prova per Dario Dester. Il migliore è il norvegese Sander Skotheim che infila 2,11, 2,14 e poi (al terzo assalto) un eccellente 2,17 mentre il vincitore del Multistars Jente Hauttekeete (Belgio) supera 2,08, Makinson Gletty tiene botta con lo stagionale a 2,02, Markus Rooth e Johannes Erm saltano 1,99, Kaul e Mayer non vanno oltre 1,96. In classifica dopo due quinti di decathlon c’è Skotheim in vetta a +23 (3633 a 3610) su Gletty, con Dester 16esimo (3261) e Naidon 21esimo (3104).