Sul Monte Bondone gli uomini di classifica al Giro d’Italia si sono sfidati a viso aperto, senza pensare troppo alla tappa che sarebbe arrivata il giorno dopo e senza perdersi in tatticismi. Questo giorno pareva non arrivare mai e forse proprio per questo, oggi, l’ultima scalata di giornata è parsa ancora più bella. Il Giro d’Italia 2023 è finalmente esploso, i grandi capitani sono arrivati a giocarsi la tappa e abbiamo capito qualcosa in più riguardo le gerarchie di questa Corsa Rosa.
La cornice, poi, era una di quelle che nei libri di storia del ciclismo ritorna spesso, il Monte Bondone per l’appunto, che negli anni ha saputo consacrare grandi corridori e consegnarne altri al mito. Non sappiamo se questa scalata entrerà nella storia, ma sicuramente rappresenta il primo vero spartiacque dell’edizione 106 del Giro. Magari è il segnale di una nuova versione di João Almeida, più attaccante, più vincente, pronto a vendere cara la pelle per portarsi a casa la Maglia Rosa, che nel 2020 ha indossato per 15 giorni. O magari è il giorno in cui Geraint Thomas ha capito che, dopo aver vinto il Tour de France 2018, può vincere anche il Giro d’Italia, emulando l’ex compagno Chris Froome, l’unico britannico ad esserci riuscito.
I segnali meno incoraggianti li ha avuti Primož Roglič, che per la prima volta quest’anno è stato staccato dagli avversari. Se fino ad oggi l’impressione è che lo sloveno potesse correre di rimessa, avendo teoricamente dalla sua la cronoscalata del Monte Lussari, ora le prospettive cambiano, perché il capitano della Jumbo-Visma dovrà trovare un modo (e le gambe) per mettere in difficoltà gli avversari, che allo stesso tempo potrebbero essere maggiormente invogliati a guadagnare qualche altro secondo su di lui, se i rapporti di forza rimarranno questi anche nei prossimi, difficilissimi, giorni. Il primo degli italiani è Damiano Caruso, quarto a 2’50” dal primato.
Le carte, però, adesso sono scoperte: ci sono tre corridori in 29” e tutti e tre possono contare su una squadra forte con la quale, all’occorrenza, possono provare a mettere in difficoltà i rivali. Almeida sembra essere forte come mai lo è stato fino ad ora, Thomas è nella versione dei tempi migliori, Roglič è uno degli interpreti più forti delle grandi corse a tappe degli ultimi 5 anni. Ci sono ancora gli arrivi di Zoldo Alto e delle Tre Cime di Lavaredo, prima della lotta sul Monte Lussari. Quella di oggi, siamo pronti a scommetterci, è stata solo la prima battaglia.
Giro d’Italia, ordine d’arrivo 16a tappa
1) Joao Almeida (Uae) in 5h53:27
2) Geraint Thomas (Ineos) st
3) Primoz Roglic (Jumbo-Visma) a 25”
4) Eddie Dunbar (Jayco-Alula) st
5) Sepp Kuss (Jumbo-Visma) a 1′:03”
6) Ilan Van Wilder (Soudal-Q.Step) a 1′:16”
7) Damiano Caruso (Bahrain) st
8) Einer Rubio (Movistar) st
9) Laurens De Plus (Ineos) st
10)Thymen Arensman (Ineos) st
Classifica generale
1) Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) in 67h32:35
2) Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 18”
3) Primoz Roglic (Jumbo-Visma) a 29”
4) Damiano Caruso (Bahrain-Victorious) a 2′:50”
5) Eddie Dunbar (Jayco) a 3′:03”
6 Lennard Kamna (Bora) a 3′:20”
7) Bruno Armirail (Groupama) a 3′:22”
8) Andreas Leknessund (Team DSM) a 3′:30”
9) Thymen Arensman (Ineos) a 4′:09”
10)Laurens De Plus (Ineos) a 4′:32”