Antropologia e Sport: ai Mondiali il Marocco batte la Spagna e vola ai Quarti. I tifosi fanno festa anche in Italia

La nazionale di calcio del Marocco ha fatto la storia ai Mondiali, in corso di svolgimento in Qatar. La squadra africana ha battuto per 3 a 0 ai calci di rigore la Spagna, garantendosi l’accesso ai Quarti di finale per la prima volta nella storia. L’eroe di giornata è il portiere Yassine Bono che ha neutralizzato i tentativi dal dischetto di Carlos Soler e Sergio Busquets, mentre l’attaccante spagnolo Pablo Sarabia ha colpito il palo all’inizio della sequenza dagli undici metri. Il sigillo sul successo marocchino è arrivato con il cucchiaio messo a segno da Achraf Hakimi. Al termine dell’incontro, intorno alle ore 19 italiane, sono partiti i festeggiamenti per l’impresa compiuta dai Leoni dell’Atlante. I caroselli dei tifosi che sbandieravano con fierezza le bandiere rosse con il pentagramma verde al centro, hanno invaso le strade della capitale Rabat, delle città dello stato dell’Africa settentrionale e anche di numerose città italiane. Un evento internazionale come la Coppa del Mondo, può sicuramente fornire materiale di studio, non solo per il mondo dello sport, ma anche per le scienze sociali e l’antropologia culturale. La struttura etnica del Marocco è costituita prevalentemente da Arabi (65% della popolazione) e da Berberi. La lingua ufficiale del Marocco è l’arabo, parlato dai 2/3 della popolazione in modo esclusivo. mentre circa 1/3 parla anche i dialetti berberi. Tra le lingue straniere la più diffusa è il francese. Religione assolutamente prevalente è l’islamismo, cui si affiancano esigue minoranze cattoliche ed ebraiche.

Secondo uno studio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in Italia, i cittadini marocchini regolarmente soggiornanti al 1° gennaio 2020, sono 428.835 pari all’11,9% dei cittadini non comunitari in Italia. La comunità marocchina, ormai da anni prima per numero di regolarmente soggiornanti, è una delle comunità straniere più stabilizzate, anche in ragione della lunga storia di immigrazione nel nostro Paese. Il livello di stabilizzazione delle presenze marocchine è reso palese da diversi segnali. In particolare, sotto il profilo socio-demografico, alcuni indicatori segnalano la presenza di nuclei familiari, generalmente riconducibili ad un quadro di stanzialità:
– un parziale equilibrio di genere: le donne rappresentano infatti il 46,8% e gli uomini il restante 53,2%;
– un’elevata quota di minori. Gli oltre 121mila minori, rappresentano più di un quarto dei cittadini marocchini regolarmente soggiornanti. La comunità risulta inoltre mediamente più giovane del complesso dei non comunitari e, complessivamente, circa due quinti dei cittadini di origine marocchina hanno meno di 30 anni (il 41,3% del totale).

La distribuzione geografica della comunità vede primeggiare il Nord Italia, dove risiedono quasi 7 cittadini marocchini su 10. Si trovano proprio nel Settentrione le prime quattro regioni per numero di presenze marocchine: la Lombardia, che ne accoglie più di un quinto, a fronte di un quarto dei non comunitari complessivamente considerati, l’Emilia Romagna dove si trova il 14,4% della comunità (per il complesso dei cittadini provenienti da Paesi Terzi l’incidenza scende all’11,2%), il Piemonte con il 13% e il Veneto con l’11,5% delle presenze marocchine. Nel centro Italia risiede solo il 15% della popolazione marocchina e si distingue la presenza nella regione Toscana, dove ha ricevuto o rinnovato il permesso di soggiorno il 6,7% della comunità, a fronte però dell’8,4% del complesso dei migranti di origine non comunitaria. Benché nel Mezzogiorno risieda invece il 17,4% della collettività in esame (un valore superiore rispetto al totale dei cittadini provenienti da Paesi Terzi) solo in Campania si registra un’alta incidenza di presenze della comunità: 5%.