Crisi Covid, Gravina (FIGC): “700 milioni di perdite per la Serie A”

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha dichiarato che la stima delle perdite per le squadre di Serie A è di 700 milioni di euro per la stagione 2020/2021, a causa della crisi economia da Covid-19. Nell’intervista rilasciata all’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia, Gravina ha detto: “La perdita economica per la stagione 2019-2020 che abbiamo stimato è stata, per le sole squadre di Serie A, di oltre 200 milioni di Euro, per la maggior parte riconducibili alla chiusura degli stadi al pubblico e all’interruzione del campionato tra marzo e maggio del passato anno.

Per la stagione in corso, invece, la stima sui minori ricavi, pari a quasi 700 milioni di Euro per le squadre di Serie A, si somma alla più grave chiusura dei campionati delle leghe dilettantistiche e giovanili, che non hanno potuto riprendere l’attività se non per un breve periodo all’inizio dell’annata sportiva.

Oggi quelle paure che ci portavano a riflettere sul futuro del settore non sono svanite, ma è con fiducia che guardiamo ai progressi di questi mesi e auspichiamo un ritorno, quanto prima, alla normalità che si traduce in benessere e passione, ciò che lega a questo sport milioni di appassionati e migliaia di imprese a tutti i livelli.

Senza registrare emergenze sul fronte sanitario ed interruzioni significative, i campionati professionistici 2020-2021 sono infatti ripartiti con regolarità e con il solito irrinunciabile entusiasmo.

Abbiamo potuto riaccendere la passione dei tifosi che anche da casa, purtroppo senza potersi riunire nella gioia collettiva dello stadio, hanno ritrovato quei valori di aggregazione e comunità che anche “a distanza” il calcio non ha smesso di trasmettere.

D’altro canto, pur determinati nel portare avanti le competizioni sportive, il nostro agire è sempre stato guidato, prima di tutto, dalla tutela della salute dei tesserati e dal contenimento della diffusione del virus.

Lo svolgimento in sicurezza dei campionati professionistici è stato possibile grazie ad uno sforzo sanitario, logistico ed economico senza precedenti di tutte le parti coinvolte.

Il nostro sostegno va in primo luogo agli atleti, ai tecnici, ai dirigenti, agli arbitri e al personale coinvolto a vario titolo nell’organizzazione delle gare.

A loro la nostra riconoscenza per aver contributo alla conclusione della stagione passata e al proseguimento di quella attuale, sottoponendosi ai controlli e garantendo il consueto impegno e professionalità anche in una fase tanto incerta e complicata.

Il dialogo con le Istituzioni, d’altra parte, è stato continuativo e proficuo, imprescindibile per favorire il coordinamento sulle misure e sui protocolli da mettere in campo per la prosecuzione delle competizioni.

Queste in primis hanno recepito il valore delle istanze della FIGC, salvaguardando la continuità agonistica dei campionati e, anche in un momento così difficile per il Paese, comprendendo quanto il calcio, sia per numeri che per impatto sociale, possa fare il bene della collettività.

Parallelamente, l’impegno della FIGC in questi mesi si è rivolto anche nel dare sostegno diretto ai club di tutte le categorie. Lo abbiamo fatto istituendo, nel giugno 2020, il “Fondo Salva Calcio”, uno stanziamento vincolato senza pari nella storia della Federazione, con il quale abbiamo destinato una quota totale di 21,7 milioni di Euro alle società di Lega B, Lega Pro, Lega Nazionale Dilettanti e Divisione Calcio Femminile.

A questi ne sono seguiti altri 5 come contributo per le spese sanitarie sostenute e altri 6,5 milioni per il sostegno e la promozione del calcio giovanile, così suddivisi: 2 milioni per i Club di Lega B, 2 milioni per quelli di Lega Pro e 2 milioni per quelli dilettantistici, cui si aggiungono 500 mila euro per le società di puro settore giovanile.

Proseguendo questa politica, la Federazione a gennaio ha riconosciuto inoltre più di un 1 milione di euro al Fondo di Solidarietà per Calciatori, Allenatori e Preparatori Atletici di Calcio e al Fondo di Solidarietà per Calciatori e Tecnici per il settore dilettantistico, con una devoluzione volta a riconoscere un aiuto economico diretto ai soggetti più esposti a questa crisi.

Accogliendo le istanze da noi avanzate, inoltre, il 15 dicembre 2020 il Parlamento ha dato il via libera all’emendamento per il rinvio dei versamenti fiscali e previdenziali per tutte le società sportive.

Una novità normativa cruciale, che pur senza prevedere contributi economici diretti da parte dello Stato, ha stabilito per i club una sospensione delle tasse e la possibilità di dilazionare la cifra dei versamenti, con la scadenza della prima rata fissata al 30 maggio prossimo.

Il mondo del calcio oggi si trova ad un nuovo crocevia, che impone progettazione e visione di lungo termine e che solo facendo tesoro dell’esperienza di questi mesi, con una rinnovata consapevolezza sull’importanza di innovazione e sostenibilità, potrà mettere le basi per giocare la sua partita per la ripartenza, una “partita” che porti con sé tutti i favori dei pronostici.

Con quasi 1,5 milioni di tesserati e 65 mila squadre impegnate, in ogni livello agonistico, il calcio rappresenta la più grande realtà associativa sportiva italiana.

È una delle prime dieci industrie del Paese per giro d’affari, con un valore della produzione vicino ai 4 miliardi in via diretta ed una capacità tre volte tanto di generare risorse per via indiretta nel tessuto economico del Paese, una capacità moltiplicatrice degli investimenti pubblici pari a 16 euro e versamenti fiscali e previdenziali pari a 1,2 miliardi.

Nel 2019 ha rappresentato lo sport più seguito per ingressi (23,45 milioni pari al 76,93%), per presenze (59.755 spettatori non paganti, pari al 59,24%), per spesa al botteghino (383,628 milioni, il 77,70%), per spesa del pubblico (850,930 milioni, l’81,45%).

Questo patrimonio, di inestimabile valore economico e sociale, non andrà disperso ma canalizzato, messo a disposizione per un sistema più virtuoso e sostenibile, che prenda le mosse a partire dalla valorizzazione dei propri principali asset strategici.

In primo luogo, il settore giovanile, con un’azione di innovazione delle metodiche formative e della struttura dei campionati, ma anche l’impiantistica, con la necessità di accelerare e stimolare la creazione di progetti di rinnovamento e nuove realizzazioni di stadi e infrastrutture, sono i due pilastri di priorità strategica su cui il calcio italiano giocherà la sua sfida ai sistemi competitor europei e internazionali.

Pilastri di un’ampia strategia di rilancio, già al centro della piattaforma programmatica, dal titolo “La partita per il futuro”, che ho presentato per la candidatura alla presidenza della FIGC per il prossimo quadriennio, le cui elezioni sono in programma lunedì 22 febbraio a Roma.

L’urgenza di stimolare meccanismi di sostenibilità economica e finanziaria potrà passare inoltre da strumenti regolatori che aiutino le società a salvaguardare i propri investimenti e solidità patrimoniale.

Procedure di accreditamento migliori e più sicure per i soggetti e le iniziative imprenditoriali che decidano di investire nel calcio, ma anche maggiori controlli federali, finalizzati a prevenire le crisi societarie, sono al centro della strategia per sistemi di governance più efficienti e trasparenti.

Una gestione strategica più sostenibile sarà possibile, inoltre, favorendo la crescita della redditività delle squadre, semplificando l’accesso a nuove fonti reddituali – come i proventi dal betting – e introducendo strumenti funzionali ad una gestione economico-finanziaria più equilibrata, come l’individuazione di budget “tipo” per le campagne acquisti dei club o l’introduzione di un sistema di mutualità interno, stile NBA, da riconoscere agli altri club da quelli che decidono di investire più di una certa soglia.

A questo si aggiunge anche una non più rinviabile discussione sulla flessibilità degli emolumenti in caso di cambio di categoria.

La progettualità per un sistema più efficace ed efficiente, nella gestione sportiva ed economica delle proprie risorse, è alla base del futuro di questo sport e di questa filiera.

Oggi è quel momento per la Federazione di riscrivere le regole del gioco, disegnando una nuova traiettoria di sviluppo che, a partire dalle difficoltà e dalle sfide di questi mesi, rilanci la crescita del settore all’insegna di valori preziosi di sostenibilità, resilienza e innovazione”.