Sport femminile, le atlete italiane verso il professionismo

Barbara Bonansea in goal ai Mondiali di calcio femminilePer le atlete italiane la strada che porta al professionismo si fa in discesa dopo che la Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla Legge di Bilancio presentato dai senatori Nannicini, Conzatti, Matrisciano, Campagna, Guidolin, Laus, Nocerino e Romano. L’emendamento in questione, che diventerà legge una volta che sarà approvata la Legge di Bilancio, introduce un esonero contributivo per tre anni (massimo 8 mila euro annui dal 2020 al 2022) per tutte le società che stipuleranno con le proprie atlete contratti di lavoro sportivo ai sensi della legge n. 91/1981 (la legge che disciplina i rapporti tra società e sportivi professionisti).

Sport femminile e professionismo, l’emendamento alla Legge di Bilancio

Al fine di promuovere il professionismo nello sport femminile ed estendere alle atlete le condizioni di tutela previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo, le società sportive femminili che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo, ai sensi degli articoli 3 e 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91, possono richiedere per gli anni 2020, 2021 e 2022, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi per l’assicurazione obbligatoria infortunistica, entro il limite massimo di 8.000 euro su base annua.