I poliziotti della Digos di Torino hanno dato corso a 12 misure cautelari nei confronti di 12 ultrà della Juventus. Con l’operazione “Last Banner” sei esponenti di spicco del tifo bianconero sono finiti in carcere, in quattro sono agli arresti domiciliari, mentre per altri due è stato disposto l’obbligo di dimora. I capi di accusa sono: estorsione aggravata, autoriciclaggio, violenza privata, vendita illegale di biglietti. La Questura di Torino parla di una vera e propria associazione per delinquere, gestita dalle frange ultrà della squadra di calcio della Juventus. Nell’operazione scattata all’alba di stamane risultano coinvolti i capi dei “Drughi”, dei “Tradizione”, dei “Viking” e del “Nucleo 1985″.
Tra i reati contestati c’è quello di aver ricattato esponenti della società calcistica Juventus, al fine di continuare ad avere biglietti agevolati per le partite all’Allianz Stadium e gestire così il bagarinaggio. Nell’ambito della stessa indagine sono stati anche denunciati 25 ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso. Inoltre, i poliziotti hanno effettuato, sotto il coordinamento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, 39 perquisizioni in tutta Italia, con l’aiuto delle Digos locali. L’indagine è partita circa un anno fa quando i dirigenti della Juventus hanno denunciato il ricatto cui era sottoposta la società dai suoi ultrà. Era la fine del campionato 2017/2018 e la società aveva interrotto alcuni privilegi, come abbonamenti gratuiti, concessi ai gruppi ultrà, scatenando la reazione delle tifoserie che hanno cercato di ripristinare la loro posizione di forza nei confronti della Juventus.In tale contesto, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni di immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte redistribuiti dai capi ultrà, permettendo loro indebiti profitti.