Doping nel ciclismo dilettanti, sei arresti

Doping nel ciclismo dilettanti. L’inchiesta della Polizia di Stato era iniziata dopo la morte di Lunas Rumsas (figlio di Raimondas Rumšas), tesserato con la squadra lucchese Altopack-Eppelaun. Sei persone sono finite agli arresti domiciliari e 17 sono indagate a piede libero.

IL COMUNICATO DELLA POLIZIA DI STATO – Tutto era cominciato con la morte della giovane promessa del ciclismo Lunas Rumsas, tesserato con la Altopack-Eppelaun team, lucchese molto conosciuto nel mondo dilettantistico; il giovane, il 2 maggio scorso, mentre si trovava insieme ai familiari nella sua abitazione di Capannori (Lucca), era caduto a terra privo di conoscenza e in ospedale era deceduto per arresto cardiaco.

Da lì erano partite le indagini della Squadra mobile e del Servizio centrale operativo e, già nel settembre successivo, le indagini si erano dirette sull’uso illegale di sostanze dopanti che il giovane aveva usato per migliorare le sue performance sportive. Già all’epoca, gli investigatori ritenevano coinvolti i proprietari della squadra e l’ex direttore sportivo.

Oggi il cerchio si è chiuso con 6 persone condotte agli arresti domiciliari e 17 indagate a piede libero.

Nella “filiera del doping” della squadra erano coinvolti anche il preparatore atletico, un farmacista e due ciclisti amatoriali, uno dei quali sponsor commerciale dell’azienda; gli ultimi due davano sostanze dopanti o fornivano indicazioni su come trovare canali di approvvigionamento alternativi per le medicine.

Molte le sostanze trovate nella casa dei genitori del proprietario della squadra, casa adibita stabilmente a luogo di somministrazione dei medicinali, dopo la morte di Lunas Rumsas.

Quasi tutti gli atleti della squadra sono anche accusati di frode sportiva avendo fatto uso di sostanze dopanti.

Coinvolti nelle indagini anche un medico che forniva consigli su come coprire le tracce dell’uso delle medicine proibite, e un avvocato che forniva consigli su come eludere le indagini.

Negli armadietti degli atleti, nel ritiro di Capannori, oltre a diversi antidolorifici e siringhe, anche aghi butterfly, cateteri endovenosi e diversi flaconi di Ringer lattato e glucosio, coadiuvanti dell’Eritropoietina (Epo), un ormone che regola la produzione dei globuli rossi.

Proprio di quest’ultimo prodotto gli investigatori hanno sequestrato 25 flaconi nel corso delle indagini.