Il fair play finanziario funziona. Secondo l’ultimo report pubblicato dalla Uefa, al 2016 i profitti dei club europei hanno toccato quota 800 milioni di euro. Le entrate delle 700 compagini delle massime serie europee sono cresciute, su base annuale, del 10 per cento (non accadeva dal 2002). Lo studio commissionato dall’organo che governa il calcio europeo, mostra che al 2016 le perdite (al netto di trasferimenti, finanziamenti e tasse) sono in calo a 289 milioni di euro, ovvero un sesto della cifra contabilizzata prima dell’introduzione del progetto che mira all’auto sostentamento finanziario delle società calcistiche. Dai dati snocciolati dalla ricerca “The European Club Footballing Landscape” si evince che l’indebitamento netto è calato al 35 per cento. Nel 2011 e 2014 l’incidenza dei debiti sulle entrate era pari, rispettivamente, al 65 e al 40 per cento. Gli investimenti per stadi e attività a lungo termine hanno superato il miliardo di euro nel 2016. I club europei, dal 2010 al 2016, sono diventati meno dipendenti da donazioni e sovvenzioni, che nel giro di sette stagioni sono calate del 12 per cento. Si segnalo in aumento, invece, le entrate da botteghino (+12 per cento), gli introiti commerciali e da sponsorizzazioni (+59 per cento), gli incassi da diritti tv (+64 per cento), i proventi da trasferimenti (+105 per cento), nonché i premi e i contributi Uefa (+106 per cento). A livello di assetti proprietari, dal 2010 nelle prime 15 leghe europee ben 40 club sono passati nelle mani di proprietari stranieri. Sul calcio del vecchio continente ha puntato forte la Cina, con oltre il 70 per cento delle acquisizioni avvenute nel 2016 che hanno visto coinvolti investitori stranieri.