Una prossima cessione del Milan a prezzo scontato non dovrebbe sorprendere, almeno secondo la rivista Forbes, specializzata in economia e finanza. Quest’anno è stato completato il closing che ha sancito il passaggio del club milanese (valutato complessivamente 740 milioni di euro, tra equity e debito) dalla Fininvest alla Rossoneri Sport Investment Lux, guidata da Yonghong Li. Ora però, proprio la proprietà cinese si ritroverebbe a dover vendere il Milan, dopo la sontuosa campagna trasferimenti di quest’estate, in cui sono stati spesi 230 milioni di euro, visto lo scarso rendimento in campionato (con annesso mancato introito Champions). Sulle casse della società peserebbe il forte debito da saldare con il fondo Elliott entro ottobre 2018, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro (interessi compresi). Inoltre, nei giorni scorsi il quotidiano Marca ha riportato che la UEFA sarebbe orientata a non concedere alla società rossonera un accordo preventivo (voluntary agreement) sul fair play finanziario. A Repubblica, invece, il numero uno del calcio europeo Aleksander Ceferin ha manifestato le sue preoccupazioni riguardo la proprietà del Milan, considerando anche che da un’inchiesta del New York Times è emerso che le miniere dichiarate dal signor Li, non sarebbero sotto il suo controllo. Infatti, l’impero minerario sarebbe di proprietà della Guangdong Lion Asset Management. Al comando di questa società si sono succeduti quattro proprietari negli ultimi due anni. Tra questi figura anche Li Shangbing, rappresentante legale di Sino-Europe Asset Management (una delle holding coinvolta nella trattativa di compravendita del Milan).