Virus e regole UK fermano Makwala. È questa la sintesi del comunicato della IAAF, che ieri non ha permesso all’atleta del Botswana di entrare al London Stadium e di gareggiare nella finale dei 400 metri. Makwala si era qualificato con il tempo di 44’30 e sarebbe stato uno dei rivali più temuti dal sudafricano Van Niekerk (oro in 43’98). Domenica una trentina di atleti, che alloggiavano in un albergo indicato dall’organizzazione dei Mondiali, sono rimasti vittima di un’intossicazione alimentare. Tra i colpiti della sindrome gastrointestinale figura anche Isaac Makwala, che dopo aver inizialmente rinunciato alle batterie dei 200 metri, si è visto negare la possibilità di partecipare alla gara dei 400. Le immagini in cui gli addetti alla sicurezza dell’impianto londinese proibiscono l’accesso al velocista, hanno fatto il giro del mondo. La Federazione Internazionale di atletica ha spiegato che le regole sulla salute in vigore nel Regno Unito, impongono un periodo di quarantena di 48 ore. Dunque, poiché la presenza del virus è stata diagnostica il 7 agosto, a Makwala sarà permesso di circolare liberamente dalle 14:00 di oggi (9 agosto). Tuttavia, lo sprinter (che accusa il governo britannico) sostiene di non essere mai stato visitato da alcun dottore e di godere di buona salute. Terminato il periodo di quarantena la IAAF ha “riabilitato Makwala”, permettendogli di correre in solitaria le batterie, dove si è guadagnato l’accesso in semifinale. Il botswano, acclamatissimo dal pubblico, è approdato in finale con il secondo miglior tempo (20’14).