L’11 dicembre i Seattle Sounders si sono aggiudicati la finale dell’MLS Cup 2016, battendo ai calci di rigore il Toronto FC. In Canada, gli ospiti si sono imposti al BMO Field davanti a 36.045 spettatori. Il movimento del campionato nordamericano di calcio è in crescita, basti pensare che in media ad ogni partita assistono 21.692 tifosi. Numeri importanti, che si avvicinano a quelli della nostra Serie A e della Ligue 1 francese. Nella Major League Soccer non sono previste retrocessioni, ma per partecipare al torneo bisogna sborsare almeno 100 milioni di dollari per la franchigia. I club dell’MLS sono vincolati al sistema del salary cup, ovvero la cifra massima spendibile in stipendi (pari a 3,43 milioni di euro nel 2016). Tuttavia, per attrarre calciatori famosi, solitamente europei e sudamericani in declino, dal 2007 è stata introdotta la Designated Players Rule. Grazie a questa regola ogni squadra può ingaggiare sino a tre atleti “designati”, a cui pagare un stipendio monstre. Il caso più eclatante è quello degli Orlando City, che sborsano 6,76 milioni di euro all’anno per assicurarsi le prestazioni di Kakà. Il brasiliano, come rivela la KPMG, incassa (da solo) più dei salari che ricevono i giocatori di 14 franchigie. Una disparità evidente, in una lega dove 20 top players guadagnano il 43 per cento del totale.