Nella stagione 2010/2011 la Juventus, settima in Serie A, chiuse il bilancio con una perdita di 95 milioni. Dopo cinque anni, i ricavi operativi sono passati da 154 a 341 milioni nel 2015/2016, stagione in cui il bilancio è stato chiuso in positivo (di 4 milioni) per la seconda volta di fila. Rispetto allo scorso anno, come rileva la KPMG, i ricavi commerciali sono aumentati di 27 milioni di euro: grazie al nuovo accordo con lo sponsor tecnico Adidas, che versa 23 milioni all’anno nelle casse dei bianconeri (10 in più rispetto a quanto versava la Nike). Va sottolineato che attualmente la Jeep elargisce 17 milioni alla Juventus, ovvero 4 in più rispetto al precedente accordo. La vendita dei diritti tv incide notevolmente sui ricavi della società: ben il 57 per cento. Va detto, però, che la famiglia Agnelli sta provando a differenziare le fonti di entrata. Nel settembre del 2011 è stato inaugurato lo Juventus Stadium, impianto di proprietà che nelle ultime stagioni ha registrato un’affluenza media del 93 per cento sul totale (41.507). La società torinese di Corso Galileo Ferraris sta percorrendo la strada dell’internazionalizzazione del brand, con nuove partnership siglate in Messico, Nigeria e Azerbaijan. Importanti anche gli investimenti effettuati nell’area del digital marketing. Un settore che offre grandi potenzialità, basti pensare che ad oggi la Juventus è il nono club più seguito in Europa sui social media: con 34,8 milioni di follower. In sintesi, il segreto dei cinque scudetti vinti nell’era (iniziata nel 2010) del presidente Andrea Agnelli, va ricercato nei bilanci.