Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro verranno assegnate 2.488 medaglie dal peso di 500 grammi ciascuna e dal diametro di 85 millimetri. In totale verranno conferiti 812 ori, 812 argenti e 864 bronzi. La medaglia d’oro ha un valore intrinseco di 541 euro ed è composta per il 92,5% d’argento, per il 6,16% da rame e solo per l’1,34% (6,7 grammi) da oro. La medaglia d’argento vale 293 euro e contiene per il 7,5% rame, mentre la parte restante è in argento. Il valore della medaglia di bronzo è decisamente irrisorio, circa 3 euro, infatti il terzo classificato si porta a casa 485 grammi di rame (97%), 12,5 grammi di zinco e 2,5 grammi di stagno.
Dunque il valore economico intrinseco di una medaglia non fa ricco chi riesce a salire sul podio. Ad aumentare il conto in banca degli atleti vincenti è in molti casi il premio elargito dai rispettivi Comitati Olimpici nazionali. In Italia, il CONI garantisce 150.000 euro lordi per chi conquista l’oro, 75.000 euro per i secondi classificati e 50.000 per chi acciuffa il bronzo. A questi importi i nostri sportivi devono però sottrarre la percentuale relativa alle imposte, pari al 42%. A sorpresa tra le nazionali che incentivano maggiormente i propri rappresentati troviamo l’Azerbaijan (459.867 euro per la medaglia d’oro), la Thailandia (283.134 euro) e le Filippine (213.703 euro). Va precisato che in queste ultime due nazioni, il premio viene dilazionato su un arco di vent’anni. Tra le altre nazionali, gli U.S.A. premiano con un assegno di 22.550 euro gli americani che conquistano il metallo più pregiato, mentre in Cina il vincitore viene gratificato con un premio di 28.300 euro, va meglio in Russia (121.750 euro) e Australia (113.600 euro), contenuti i riconoscimenti in Francia (58.600 euro) e Germania (17.500 euro). In Gran Bretagna, Svezia e Norvegia non sono previsti premi in denaro, ma agli atleti viene garantito un sostegno pluriennale, mediante la stipula di partnership commerciali.